Tutte le icone hanno la loro storia: la storia del cappello Borsalino nasce nel 1857, ed è indissolubilmente legata all'Italia che in quegli anni si stava facendo.
Il predecessore del Borsalino è stata la bombetta: coloro che la indossavano però, soprattutto durante i moti risorgimentali, vedevano il proprio cappello deformato dai colpi presi durante i tumulti.
E proprio la piega centrale, quel brutto difetto, divenne
l'ispirazione che catturò l'immaginazione di Giuseppe Borsalino, il quale ne fece il marchio indissolubile del proprio chapeau.
Borsalino sperimentò diversi accorgimenti per rendere il cappello non solo un accessorio elegante, ma sopratutto un accessorio pratico, che si potesse ripiegare in tasca e rimettere in testa perfetto, e sopratutto che potesse essere velocemente preso e tolto al passaggio di una bella signora.
Gesti di altri tempi, cappelli che restano e raccontano ancora
oggi l'Italia: non più ovviamente quella risorgimentale, ma
l'Italia del fatto a mano, dell'artigianalità portata all'estremo.
Pensiamo solo ai tempi di lavorazione dei Borsalino cappelli: un
solo artigiano riesce a produrre un esemplare dai due ai sei mesi!
Vi mostro ora una selezione della collezione cappelli uomo S/S 2013: ho scelto il modello Trilby perchè riesce a conferire un look raffinato e giocoso allo stesso tempo, ma le varianti di modelli sono moltissime sia per i cappelli uomo che per i cappelli donna.
modello Trilby, composto da 100% papier (euro 121)
modello Trilby, cotone (euro 116)
cappello in paglia (euro 157)
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